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RITROVAMENTI PARTICOLARI


Questa sezione è dedicata ai  ritrovamenti importanti e particolari che ci sono capitati, perchè  spesso le ricerche e l'impegno vengono premiati...
Chissà forse da chi ci sta a guardare da lassù.

LA PALLA DI "CRISTALLO"  UNA COSA INUSUALE E RARA


Alcuni anni fa, durante le nostre consuete ricerche sui campi di battaglia, ci imbattemmo in un oggetto che non riuscimmo ad identificare, una "palla" di cemento... Ipotizzammo fosse qualche base di qualche termine topografico ma ci sbagliavamo! Dopo qualche tempo il nostro socio, Renato Dolcigno che in Polonia sta effettuando altre ricerche, ha scoperto che si trattava di un oggetto molto particolare e raro: un tipo di mina tedesca!  Subito Luciano Bucci e Donato Pasquale sono andati sul posto a recuperarla e ora è esposta nella nostra sezione mine del museo.

L'ORO DEI TEDESCHI - UNA TRUFFA TUTTA ITALIANA



Cari amici ora vi  racconto una storia che sicuramente in parte conoscete tutti voi, nella  sua parte iniziale, ma che noi dell'associazione Winterline Venafro O.N.L.U.S. abbiamo scoperto nella sua realtà.
Ogni paesino che si rispetti, Venaro, Pozzilli e Viticuso  sicuramente ma ce ne sono tanti altri anche in Ciociaria, ha la sua  storia del dopoguerra in cui "ex combattenti" alleati o germanici che  fossero, ritornavano con mappe in mano alla ricerca di tesori nascosti.  Ebbene si trattava di una TRUFFA che ha funzionato dal 49 al 63 circa.  Il gioco era semplice. I truffatori nascondevano cassette piene di "ORO", che in realtà era ottone, in luoghi piu' o meno accessibili  dopodichè cercavano la vittima di turno e cominciava la truffa. Uno si  fingeva un ex soldato parlando tedesco o americano, un altro faceva da  traduttore, la vittima, in quanto abitante del luogo prescelto per la  truffa, veniva coinvolta nella ricerca di questo luogo nascosto  riportato su mappe preparate AD HOC. I truffatori venivano quindi  accompagnati dalla vittima nei pressi del nascondiglio e qui il  "VETERANO" iniziava la sua recita. Uno sguardo alla mappa, qualche  esclamazione in lingua, tante storie di ricordi del tipo "ecco quella  roccia è dove mi sono seduto...quell'albero è dove ho preso il punto" e  poi alla fine... TAC si scavava in un punto ed ecco uscire una cassetta  che conteneva una quindicina di lingotti "D'ORO"... a quel punto i  truffatori volevano "premiare" la vittima e , dietro una piccola somma  di denaro, a sentire loro necessaria per permettere lo sdoganamento  dell' "ORO" , promettevano la metà del valore del tesoro, naturalmente  lasciando in garanzia uno o due lingotti alla povera vittima.
Di  solito venivano chiesti tra le DUE e le QUATTRO centinaia di migliaia di lire, a fronte  di un contro valore di ogni lingotto di circa UN milione e ne venivano lasciati DUE in garanzia... Quindi la vittima si sentiva  sicura... Ahimè una volta presi i soldi i truffatori sparivano e, trascorso del tempo, la vittima scopriva che l'"ORO" in realtà era  OTTONE. Tutto ciò ci è stato raccontato da un testimone diretto, figlio  di una delle vittime, il lingotto nella foto appartiene a lui. La truffa  fini nei primi anni 60 quando i truffatori vennero arrestati.

LA BORRACCIA DEL TENENTE DAVID CUDDY


borraccia del tenente david cuddy, innuit dell'alaska arruolato nella first special service force ( fssf ), ritratto nella seguente foto, caduto sulle spiaggie di anzio in esplorazione notturna con un altro ufficiale..... su di un campo minato....
la borraccia proviene dalla stessa zona di quella di buchholz trovata qualche tempo fa... ed ha praticamente la stessa storia... le unita' della first special service force... in prima linea sulla defensa, erano rimaste senza acqua e senza viveri... e quindi il resto della truppa nelle linee piu' arretrate non esitarono a mandare i loro "averi" a quelli rimasti da soli lassu'....

IL CARICATORE DEL JOHNSON LMG41


Il johnson light machine gun 1941 era  un'arma dalle caratteristiche progettuali molto peculiari, a dir poco  uniche, presentava un caricatore esterno a banana monofilare da 20  colpi, ed un serbatoio interno "di emergenza" da 5 colpi.
Prodotta in poche migliaia di  esemplari, fu data in dotazione alla First Special Service Force,  nell'area della winterline fu largamente usata da questi; in quanto arma  versatile e adatta al combattimento.
Alla fine della guerra quest'arma è praticamente sparita, divenendo uno degli oggetti piu' rari per i collezionisti...
Ma spesso le ricerche sul campo  premiano, una delle solite mattine fredde del novembre scorso, durante  le ricerche nell'area della Radicosa ( sede del comando della First  Special Service Force nel gennaio 44 ) ecco che il metaldetector  comincia a segnalare qualcosa di grosso...
Pensando alla solita scheggia o barattolo, che sempre fanno impazzire i nostri metal, iniziamo a scavare.
Ben presto ci accorgiamo che non era  un barattolo... ma bensi' il famoso caricatore del Johnson, pezzo molto  raro di cui conosciamo solo un altro essere in italia... e ritrovato non  in buone condizioni come questo!

L' ANELLO DELLE TRUPPE MAROCCHINE


La battaglia di monte Pantano è stata una delle più dure e cruente tra quelle svolte per il superamento della Winterline.
Durante la battaglia si affrontarono  da una parte i soldati della 305^ divisione di fanteria da montagna  tedesca, dall'altro i soldati della 34th divisione "Red Bull" americana  prima, i volontari della 2^ divisione algerina, truppe del nord africa  sotto il comando dei francesi, dopo. La battaglia durò alcuni giorni, ma  lasciò sul campo un numero elevato di vittime, specialmente tra le  linee alleate...
Le ricerche nell'area di Pantano  hanno sempre avuto un fascino particolare per i ritrovamenti effettuati e  per le caratteristiche dei luoghi.
Un giorno, durante l'ennesima uscita,  ci imbattiamo in un oggetto carino, personale, che dava comunque  l'immagine di quanto fosse stata dura la battaglia...
Un anello, d'argento, con incise quattro cifre 1083, di fattura arabeggiante.
Ritrovato insieme ad altri oggetti  che ci hanno fatto ipotizzare che il propietario l'avesse poggiato sul  bordo della trincea prima dell'attacco e che l'abbia lasciato lì o per  fuggire in maniera precipitosa in un posto più sicuro, o perchè sia  stato colpito durante l'attacco e quindi portato via dalla prima  linea...  

LA BORRACCIA DEL 504TH P.I.R.


Forse non tutti sanno che nell'area  della Winterline ebbero un ruolo importante i soldati del 504th  Parachute Infantry Regiment americani.
Paracadutsti che però da noi non si  lanciarono mai dagli aerei, ma bensì marciarono al fianco degli altri  soldati di fanteria americana.
Una delle loro imprese più importanti  fu quella di garantire la sicurezza sul fianco destro dell'area di San  Pietro Infine, durante l'avanzata del grosso della 36th divisione "  Texas " americana ( primi giorni di dicembre 1943 ), permetendo poi alla  stessa di liberare San Pietro Infine nei giorni di Natale 1943.
Durante una campagna esplorativa  proprio nell'area di competenza del 504th il metal ci regala un buon  segnale che subito ci porta a scavare ncuriositi... ed ecco emergere una  borraccia ( di per sé già un buon ritrovamento ) quello che poi ci ha  reso ancora più entusiasti è stato il notare su di essa varie incisioni,  che poi si sono rivelate molto interessanti...
La borraccia presentava davanti il  nome J. G. Watts con la scritta L.A. California in basso e la matricola  del soldato parzialmente leggibile 1905xx14.
Sul dorso invece era riportata la scritta U.S.A. Paratroops e sotto di essa la scritta N. Africa 6/20/43
Sul collo della borraccia vi era invece la data 3/20/41.
Abbiamo capito subito che era una  borraccia di uno dei membri del 504th PIR ( U.S.A. Paratroops è  inequivocabile come informazione ) ma dopo alcune ricerche abbiamo  scoperto che la borraccia potrebbe essere appartenuta al Capitano George  J. Watts del 504th PIR... caduto in battaglia proprio da quelle parti  il 12 dicembre 1943, e per questo insignito della medaglia al  valore...            
La borraccia di un eroe di guerra quindi !!!

TOMBOLA E CHITARRA


Tempo fa, durante alcune ricerche  nell'area delle mainarde, riuscimmo ad accedere ad un rifugio rimasto  praticamente chiuso dalla fine della guerra... Fu una giornata ricca di  ritrovamenti, ma quello che più ci fece sorprendere furono due oggetti  molto particolari...
Il primo era una borraccia tedesca  modello africa, la cosiddetta " Noce di cocco " di per se gia' un bel  ritrovamento, in quanto fatta di materiale plastico e relativamente più  fragile e difficile da recuperare rispetto alle sue colleghe in metallo,  quello però che apparve strano era il sentire il rumore di qualcosa al  suo interno... Qualcosa che si rivelò, dopo averla aperta delicatamente,  essere tutti e 90 i numeri della tombola!!! Fatti a mano con precisione  " Germanica " e perfettamente conservati!
L'altro  oggetto che uscì insieme alla borraccia, è rimasto per molto tempo tra  quelli non identificati; lasciando spazio a milioni di ipotesi  stravaganti e non...
Fino a  quando il caso volle che a vederlo fu un appassionato di storia si, ma  anche un maestro di musica, che ci illuminò sulla natura dello strano  oggetto...
Altro non era  che un blocca tasti da chitarra acustica! Oggetto usato per " bloccare "  le corde sulla tastiera della chitarra, così da ottenere una scala di  suoni diversa....
Con questa rivelazione il cerchio si  chiuse... e capimmo che il rifugio da noi scoperto, altro non doveva  essere se non " il bar " della prima linea, dove i soldati tedeschi per  ingannare il tempo cantavano e suonavano la chitrarra, giocando a  tombola e bevendo grappa...
La manifestazione più evidente di tutte di  quanto a far la guerra ci fossero uomini, spesso giovani, e non macchine  fredde e senza anima come spesso ci fanno credere in film di basso  rango....

LA CREMA ABBRONZANTE


Scavando  tra le postazioni del monte Monna Casale, dominio dei francesi durante  la guerra, emerse un tubetto, conservato in maniera eccellente, che  subito apparve strano alla prima lettura delle scritte su di esso. Dopo  averlo accuratamente e delicatamente ripulito, il risultato ci lasciò  stupiti e divertiti...
LANOSOL POUR UN BRONZAGE RAPIDE!!!!
Era il colmo! Una crema abbronzante su un campo di battaglia, dove per giunta si è combattuto in pieno inverno!!
In realtà  risultò subito evidente che questa crema non era lì per essere usata  come abbronzante, ma sicuramente come lenitivo per le screpolature da  freddo, in quanto sicuramente ricca di sostanze idratanti ed  emollienti...
Certo,  confessiamo di aver sorriso all'idea di immaginare l'ufficiale francese  sdraiato al sole che si abbronzava spalmandosi la LANOSOL... Ben più  triste è stata invece la realtà,erano uomini posti sulle vette di monti  che spesso portano la neve fino a marzo... figuriamoci in dicembre, e  nel 1943 poi, quando il freddo era molto più intenso...

LA LETTERA DEL COLONNELLO ROBERT FREDERICK ALLA FAMIGLIA DEL SGT. FRANK HARVEY


Durante le  prime fasi della vita associativa, l'associazione ebbe modo di entrare  in contatto con un'importante gruppo di reduci e parenti di ex  combattenti della First Special Service Force.
Un'importante  membro di questa associazione è Mary Bhagan, donna canadese dal  carattere molto  intraprendente e nipote del Sgt Frank Harvey, soldato  della FSSF caduto in battaglia sui monti di Conca Casale.
Durante una  delle sue visite presso il nostro museo, potemmo accompagnarla nei  luoghi degli ultimi giorni di vita di suo zio Frank; tale occasione la  colpì e la commosse tanto, al punto che ritenne la nostra associazione,  degna di essere la custode della memoria del sacrificio di suo zio,  donandoci la lettera originale, inviata alla famiglia del Sgt. Harvey,  da parte del colonnello Frederick, creatore e comandante della First  Special Service Force.
Tale lettera è un esemplare unico, parte integrante della nostra collezione.

LA BORRACCIA DI RAYMOND BUCHHOLZ


Durante una delle uscite su Monte la  Defensa, teatro del battesimo di sangue della First Special Service  Force, decidemmo di cambiare il solito " percorso " di ricerca, la  montagna non permette molte scelte come possibilità di movimento, perchè  è un continuo susseguirsi di ripidi pendii rocciosi e pareti da  scalare... Nonostante tutto riuscimmo a seguire una nuova pista per  raggiungere la cima, e dopo estrema fatica e difficoltà raggiungemmo un  angolo nascosto tra le rocce che già ad una prima occhiata dimostrava le  sue " potenzialità " nell'offrirci bei ritrovamenti...
La  giornata fu molto fruttuosa, tornammo giù con molto materiale, tra cui  anche due borracce ed un elmetto, e consapevoli che tutti gli oggetti  non potevano essere altro che della First Special Service Force, in  quanto furono gli unici a raggiungere quella cima.
Nei  giorni a seguire, durante le fasi di pulizia e restauro degli oggetti,  ci accorgemmo che su una delle borracce era riportato un nome : BUCHHOLZ
Cercammo subito questo nome nell'elenco degli arruolati nella Force, ed ecco che comparivano le sue genralità:
RAYMOND W. BUCHHOLZ - MTN TRIPOLI, IOWA
Facendo delle ricerche su internet ci imbattemmo in un articolo  che parlava di lui, contattato immediatamente l'autore dell'articolo,  scoprimmo che Ray Buchholz è ancora vivo, ha 88 anni e vive nella sua  casa di campagna.
La storia che ci ha raccontato circa la sua  borraccia lascia capire i sacrifici e le condizioni avverse cui erano  soggetti i soldati della First Special Service Force...
Lui era un autista dei mezzi di soccorso  che trasportava feriti dal campo di battaglia agli ospedali allestiti  nelle zone sicure, in uno di questi viaggi un barelliere , che erano  quelli addetti al trasporto dei feriti dalla prima linea alle retrovie  dove attendevano i mezzi , ha esposto a Ray la situazione di carenza di  viveri e acqua per i soldati su in prima linea. A quel punto Raymond,  che come tutti gli altri aveva un forte spirito di cameratismo, non  esito' a dare le proprie borracce e il proprio cibo al barelliere  affinchè lo portasse in prima linea... Sicuramente queste borracce  portarono conforto a chi in prima linea stava soffrendo degli stenti e  probabilmente il barelliere perse le borracce durante un ennessimo  attacco di artiglieria tedesco...
A tut'oggi siamo in contatto con Ray  tramite l'autore dell'articolo che lo riguarda e speriamo di poterlo  incontrare o averlo nostro ospite.


A PRANZO CON IL PASSATO...


Durante  la pausa pranzo, tra un impegno e l'altro di ufficio, Renato ha deciso  di dirigersi in un tipico ristorantino  delle "parti nostre"....
Aria  fresca, accoglienza fantastica, cibo ottimo e, soprattutto, a due passi  dai luoghi di una battaglia tra la 34th div REDBULL americana e la 305  div di fanteria da montagna tedesca...
Dopo pranzo, un po' per   muoversi, un po' per rispondere al continuo richiamo della montagna che  la gente come noi ha... si è diretto lungo un  sentiero che risaliva il  versante...
Un occhio qui', un occhio la e le prime buche cominciano a comparire.
Senza  metal già si vedeva affiorare barattolame vario, tanto che si  rimproverava di non averlo portato con se... ma si sa, l'esperienza,  l'occhio e il continuo aiuto dall'alto, convincono Renato a dare  comunque un'occhiata più approfondita a quelle buche...
L'impegno  anche stavolta è stato premiato, sotto alcuni sassi a ritrovato questa  splendida gavetta americana con tanto di nome del soldato riportato su:
PAUL N WORLEY 70 RR ST CANTON.  Tradotto:  Paul N. Worley 70° Rail Road street Canton
Avviata subito la ricerca, ci risulta essere sopravvissuto alla guerra e tornato al suo paese in Georgia.
Naturalmente  torneremo sul posto per ricerche piu' approfondite, e naturalmente  tenteremo di metterci in contatto con il proprietario della gavetta, o  con qualche discendente.
Quello che è certo è che le emozioni così non te le da' nessuno....

IL REDBULL CHE NON SUPERO' LA PROVA DEL FUOCO


Harold Hahn è stato meno fortunato di tanti altri, morì per ferite a  vent'anni, il 2 dicembre 1943. Della Pennsylvenia, operaio in una  lavanderia, è morto in Italia senza manco arrivare al suo 9 mese sotto  le armi. Appartente al terzo battaglione, 168th Regiment, 34th Red Bull  Division, era nato nel 1923 e fa parte delle tante perdite di  quell'attacco del 3 dicembre. Pensando a cosa ho trovato vicino. Un  cucchiaio, una monetina americana, barattoli aperti ancora con scritte, e  persino un barattolino di marmellata ancora da aprire. Vista la grande  ma piccola fatica per me di arrivare lassù senza soffrire fame, freddo e  fucilate/ mortai, è ancora più evidente quello che dovettero passare  quei poveracci.... Riposa ad Anzio. La famiglia non chiese di riportarlo  negli USA....

RALPH H. NETT L'ESPLORATORE DELLA TERZA DIVISIONE AMERICANA


 
Figlio di Joe Nett di Sumner Township, nella comunità di St. Joe, Mt. Hope, Kansas.
 
Soldato semplice (Private) appartenente al 7th Regiment - 3rd Infantry Division "Marne" membro di una pattuglia di esploratori della terza divisione... riusci quasi a raggiungere la vetta di monte la defensa... ma la resistenza tedesca fu tale che lo fermo' li' sul campo quella mattina dell' 11 novembre 1943... grazie a uomini come lui, successivamente la first special service force, ebbe la possibilita' di conoscere le posizioni del nemico e quindi la via per la conquista del monte......

L'ANELLO DA UFFICIALE TEDESCO


non sappiamo a chi sia appartenuto... ma venendo da cassino e' facile ipotizzare che sia stato di un ufficiale paracadutista... un pezzo pregiato, in argento con smaltatura nera... elegante e di qualita' che solo un ufficiale poteva permettersi.

IL TESORO DEL MULINO BIANCO

 
sotto segnalazione di un funzionario dei beni ambientali ed architettonici abbiamo saputo che stavano ristrutturando ed in parte demolendo un vecchio mulino in montagna.... e che in esso erano conservate taniche e cassette della guerra che avremmo potuto recuperare altrimenti sarebbero andate buttate....
 
ci recammo sul posto e alla fine il materiale recuperato ha superato ogni nostra aspettativa....
 
 
siamo riusciti a recuperare, oltre le cassette e le taniche riconosciute da chi ci aveva contattato:
 

  • un cappotto americano in lana
  • due porta maschere antigas tedesche, modello corto da polizia
  • una canna da mitragliatrice pesante cal.50
  • uno zainetto haversack americano completo
  • due manici per ascia americana
  • un paio di ghette americane
  • quattro scatole di cartone ( due perfettamente conservate ) per razioni alimentari
  • due barattoli ( uno di succo d'arancio e uno di spaghetti al pomodoro con plpette ) ancora con l'etichetta vedi foto

 
 
tutti gli oggetti recuperati si trovano gia' esposti nel nostro museo.
 
tutto materiale che altrimenti sarebbe andato perso, buttato come immondizia da chi effettuava i lavori, ma che per noi risulta importante per completare il nostro allestimento museale, per dare ancora in maniera piu' incisiva, l'idea a chi viene a visitare la nostra mostra di quali fossero gli oggetti e le situazioni durante la seconda guerra mondiale dalle nostre parti...
 
ringraziamo quanti ci hanno permesso di recuperare questi testimoni della storia.

LA CROCE DI FERRO DI 1^ CLASSE DIRETTAMENTE DA MONTECASSINO

 

questo oggetto non è fisicamente nella nostra collezione, in quanto è un oggetto di un valore affettivo elevatissimo, ma è comunque di proprietà intellettuale della nostra associazione, in quanto il proprietario è uno dei nostri più vicini amici.
 
Si tratta di una croce di ferro tedesca di 1^ classe del 1939, strappata dall'uniforme di un soldato tedesco, durante la battaglia di Montecassino, da un soldato polacco che fortunatamente sopravvisse a quella tremenda battaglia.
Il suo nome era Eugeniusz Kniahynicki nonno del nostro caro amico e omonimo Eugenio Kniahynicki, attuale custode di questo pezzo di storia.

IL CAPPOTTO DEL GENERALE INVERNO


Direttamente dalla steppa russa, fino a Venafro, nel 1945 un reduce italiano tornò a casa con in dosso questo magnifico cappotto di fattura tedesca ( rubato ad un ufficiale tedesco ) fatto di pelle di montone rivoltato.
 
 
Oltre che per la sua fattura artigianale, anche per la storia e il sacrificio che rappresenta, questo cappotto è un pezzo unico... vederlo dal vivo fa davvero sentire il freddo e gli stenti sopportati da chi lo indossava, ringraziamo di cuore la famiglia Iannarelli che ce lo ha donato, e promettiamo che sarà conservato, valorizzato e custodito nel nostro museo come si addice ad una così importante testimonianza...

LA BORRACCIA DELLE TRUPPE ALGERINE


Ai piedi delle mainarde, dove più dura fu l'avanzata verso nord per  le truppe del corpo di spedizione francese C.E.F., spesso ci si imbatte  in postazioni di retrovia, adibite a cucine da campo, ospedali o  semplici accampamenti. Queste aree sono piene di oggetti abbandonati,  per lo più contenitori o scatole di cibo, ogni tanto però si ha la  fortruna di trovare qualcosa di più interessante, come in questo caso.
Una borraccia americana, in dotazione alle truppe algerine del corpo  di spedizione francese, riconoscibilissima grazie allo stemma della  stella con la mezzaluna inciso a mano dal soldato che l'aveva in  dotazione. Su un lato e anche visibile il numero di matricola di questo  soldato: 2915. Chissà se un giorno riusciremo a dare un nome a questo  numero, intanto a noi resta la sua borraccia, persa o dimenticata, in  uno dei luoghi che , ora sono il paradiso terrestre, ma allora erano  l'inferno in terra.

O SURDAT NNAMURAT


Spesso nelle ricerche sui campi di battaglia ci si imbatte in oggetti che rievocano tutti i sentimenti personali dei ragazzi che hanno combattuto.
In questo caso, in un'area frequentata solo dalle truppe della first special service force, durante le ricerche in una buca crollata forse sotto il colpo di un mortaio, abbiamo rinvenuto alcuni oggetti in particolare: tre barattoli di caffe delle razioni k, un compasso da cartografo, ed un piccolo cuoricino in alluminio, tagliato a mano con una incisione su vedere questo piccolo cuoricino, fatto a mano ed inciso a mano con il tipico metodo americano, con cui si incidevano nomi e altre informazioni sulle gavette-borracce o quant'altro, ci ha fatto venire un po' di tristezza, abbiamo immaginato il soldato , giovane e romantico, che incideva il nome della sua amata, magari conosciuta proprio in quei mesi di guerra, in italia... chissà se il soldato e la sua amata sono sopravvissuti alla guerra ed il loro amore sia continuato oltre il terribile periodo che avevano passato.... noi speriamo di si, e intanto conserviamo il cuoricino del soldato innamorato nel nostro museo.

LA BORRACCIA DEL CAPITANO ROTHLIN DEL 1ST COMPANY 2ND REGIMENT DELLA FIRST SPECIAL SERVICE FORCE


Durante la prima ondata di attacco al Monte la Defensa il secondo  reggimento FSSF si trovò, grazie alla loro azione a sorpresa,  praticamente in mezzo al nemico riuscendo a conquistare la prima parte  della cima, nel momento più concitato della battaglia gli ufficiali  cercavano di organizzare al meglio i loro soldati.
il Capitano Rothlin raggiunse una postazione in cui vi erano due  soldati FSSF, uno di essi era Joe Glass che personalmente ci ha poi raccontato la storia, i due soldati erano bloccati dal tiro di un  cecchino e avvisarono l'ufficiale intimandogli di non esporsi altrimenti sarebbe stato colpito.
Purtroppo il Capitano Rothlin, richiamato anche dalle urla dei suoi  in piena battaglia, senti' l'obbligo del suo ruolo e morale e decise di provare a dare un'occhiata al di là del riparo per organizzare meglio i  suoi uomini....
La decisione gli fu fatale, il cecchino, che non aspettava altro, lo  centro' in piena fronte ammazzandolo sul colpo. La sua borraccia rimase  li' a memoria di quel tragico evento....

LA LETTERA DI UNA MADRE DEVOTA


QUALCHE TEMPO FA RECUPERAMMO IN UNA CASA , ADIBITA AD OSPEDALE  MILITARE DURANTE LA GUERRA, ALCUNE LETTERE DI MADRI AI FIGLI SOLDATI...  QUESTA E' UNA DI ESSE E E DI SEGUITO VI E' LA TRADUZIONE:
Ciao figlio;
sei ancora a Flint ora che ti scrivo. Quando tornerai al campo non  dimenticare tutto il divertimento che hai avuto durante le tue vacanze.  Io ho provato ad aiutarti in tutti i modi che conoscevo.
Da quando  hai finito le tue vacanze ti senti un po' giu'. Ma superalo e goditi i  tuoi passi. Ci sarà una fine per ogni cosa eccetto Dio. Voglio che mi  fai un favore, vai in chiesa, presentati al prete e lascia che ti  battezzi. Ho sempre voluto aspettare che tu e Sylvia ne sentiate il  desiderio, ma Dio ha risposto alle mie preghiere figlio, perciò vai da  un prete e fatti battezzare. Non farci piu' ricevere notizie solo dalla  tua assicurazione. Se vai oltreoceano e succede che ti ammali o che ti  ferisci scrivicelo in questo modo: " Il tuo canarino malato sta meglio  oppure scrivi sono contento che i tuoi canarini stanno migliorando" se  vieni ferito scrivi "La zampa o l'ala del tuo canarino si è rotta oppure  la zampa o l'ala è ferita" Se mi parli di te sempre come se fossi un  canarino sono sicuro che non verrà censurato. Se ti trasferiscono in  INGHILTERRA potresti dire che ti fa piacere sapere che a Sylvia piace la  sua GIACCA ETON o le NUOVE..... se vai in IRLANDA A Shanon piacciono  ancora le patate fritte. SCOZIA ti ricordi la mia cravatta di pleid  NELLE ISOLE DELLA GIAMAICA usi il ginger nella torta di zucche ITALIA ti  ricordi i miei nuovi stivali che ho comprato? AFRICA puoi ancora  comprare delle gomme?
Oppure potresti usare un altro sistema piu'  semplice. Potresti scrivere una serie di frasi dove la prima lettera mi  indica la nazione dove ti trovi o quello che vuoi dirmi come cosi':
A A glass.. Un bicchiere di latte sarebbe buono ora.
F For ... Ho la gola secca adesso che arriva l'ora di pranzo
R Russell non scrive da molto tempo
I Io penso che la vita al campo non è male
C Can you... Puoi ancora comprare banane e gomme?
A A Buddy... Un mio compagno mi ha dato delle sigarette
Guarda cosa intendo su come fare lo spelling di quello che vuoi dirmi
Non  preoccuparti molto per Molly e ascolta i consigli che Russell ti ha  dato. E tieniti pulito per la madre dei miei nipoti. Bene figlio mio  parlami dei miei canarini se sei malato o ferito. E mi aiuteresti molto  se mi dicessi dove sei o quello che vuoi usando le frasi come ti ho  spiegato. Bene figliolo scrivi piu' spesso che puoi e telefona se puoi.  La mancanza di casa è uno stato mentale. Mantieniti impegnato con le  mani e anche con la mente e vedrai che non avrai tempo di sentire la  mancanza di casa. Io faro' lo stesso per non sentire la tua mancanza.

IL PEGNO D'AMORE


Donata al museo da un anziano signore che da ragazzo, durante la  guerra, si occupava di recuperare i caduti dai campi di battaglia,  questa collanina con ciondolo, di fattura elegante e di dimensioni  adatte ad una donna, è di sicuro il simbolo di un pegno d'amore lasciato  da una giovane donna tedesca al proprio amato, soldato al fronte,  chissà... magari con la promessa che una volta tornato in patria le  fosse restituito... purtroppo ne il soldato ne la collanina tornarono  piu' indietro, ora questa collanina è conservata nel nostro museo come  perenne memoria dell'amore di una ragazza per il suo uomo caduto soldato

IL GESU' DELLE TRINCEE


Sappiamo tutti che nei momenti di difficoltà ci appoggiamo a Dio, a  lui chiediamo protezione e conforto nei momenti bui della nostra vita, e  quale momento è piu' buio se non quello in cui l'uomo combatte contro  l'uomo. Soldati lontani da casa, costretti a vivere al freddo  dell'inverno 1943 in trincee e buche che nulla avevano della propria  casa. In una di queste trincee è stata rinvenuta questa statuetta di  Gesù, persa o dimenticata, carica di tutto il suo significato è emersa  dal sottosuolo a raccontare a tutti noi che, in quei freddi e bui giorni  dell'inverno 1943, un soldato, vogliamo omettere di che nazionalità  perché credo che il sentimento e la preghiera accomunassero tutti i  poveri giovani accampati a combattere su quei monti, l'aveva con se. Non  sappiamo se fosse un cappellano o un semplice soldato, fatto sta che  l'aveva con se e sicuramente la pregava per proteggere se e i suoi  commilitoni, per mandare conforto a casa, per sentirsi a casa. Purtroppo  la statuetta è rimasta lì abbandonata in quella trincea, forse  dimenticata nella concitazione della battaglia  o, come sembra essere  piu' plausibile, mai più ripresa dal suo proprietario che non è piu'  tornato in quella trincea perché caduto in battaglia. Sta di fatto che  ritrovarla ha commosso tutti noi che abbiamo pregato per l'anima di chi  ha dato la vita per seguire un ideale.
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